Mifepristone: dalla sperimentazione al commercio

La storia della RU486 In Italia: ripercorriamo i momenti salienti di questa vicenda.

Nel 2002 il Comitato Etico della Regione approva un progetto di sperimentazione del mifepristone, in base alla Legge n.194 del 22 maggio 1978, ma viene subito bloccato dall’allora ministro della Salute Girolamo Sirchia.

Nel settembre del 2005, dopo lungaggini burocratiche, il progetto prende il via all’Ospedale Sant’Anna di Torino ad opera del ginecologo Silvio Viale, che difende il diritto alla sperimentazione sulla stampa e in alcune trasmissioni televisive. Tocca poi alla Toscana che, alla fine dello stesso anno, ricorre alla norma che permette di importare, quando se ne dimostri la necessità, farmaci registrati all’estero (non si tratta quindi di sperimentazione).

Nel 2006 sono quattro le regioni (Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Marche), insieme alla Provincia Autonoma di Trento, che usano la pillola abortiva (1.151 casi, cioè lo 0,9% delle interruzioni volontarie di gravidanza effettuate).

Nel 2007, in Emilia Romagna, Toscana, Marche, Puglia e Trento, l’aborto farmacologico è stato usato in 1.010 casi (lo 0,8%).

Nel giugno 2007 l’ente europeo per il controllo sui farmaci (EMEA) approva l’uso del mifepristone e ne ribadisce la sicurezza, autorizzandone l’uso anche in caso di “preparazione” del collo dell’utero all’aborto chirurgico.

In novembre 2007 viene trasmessa al ministero della Salute italiano la documentazione per la procedura di mutuo riconoscimento, che permette la registrazione del farmaco anche in Italia sulla base delle norme comunitarie, ma il ministro Livia Turco blocca ancora la procedura chiedendo al Consiglio superiore di sanità di «formulare un parere nel pieno rispetto della legge 194». Anche il Papa Benedetto XVI interviene invocando l’obiezione di coscienza da parte dei farmacisti per impedire la distribuzione del prodotto.

Nel 2007 la Exelgyn, casa farmaceutica francese chiede all’Aifa (Agenzia italiana del e produttrice del farmaco) di registrare la RU 486 per mutuo riconoscimento.

Il 26 febbraio 2008 arriva il parere favorevole per il commercio del farmaco.

Il 18 giugno 2009 la Commissione prezzi stabilisce il costo per le confezioni da una da tre compresse.

Il 30 Luglio 2009 La Ru486 arriva in Italia. Dopo una riunione durata più di quattro ore, è arrivato il via libera a maggioranza (quattro contro uno) dall’Agenzia italiana del farmaco alla pillola abortiva.

Il 31 Luglio 2009 monsignor Elio Sgreccia, presidente emerito della Pontificia Accademia pro Vita, spiega che l’uso della pillola in questione comporta la scomunica per le donne che vi fanno ricorso così come per i medici che l’hanno prescritta perché la sua assunzione è analoga a tutti gli effetti dell’aborto chirurgico. «Dal punto di vista canonico è come un aborto chirurgico» sottolinea il vescovo.

Il 10 Settembre 2009 Il presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri dichiara di aver aperto un dibattito alla luce del sole. A Palazzo Madama si discuterà se la RU486 verrà utilizzata in violazione della legge 194. “È bene discutere in Parlamento della vita” conclude il ministro”. Su iniziativa dell’opposizione, la commissione Affari sociali della Camera chiederà al Governo, alle Regioni e all’agenzia del farmaco (Aifa) di aggiornare i deputati sulla pillola abortiva Ru486. Il Senato, per iniziativa della maggioranza, avanza l’ipotesi di promuovere una indagine conoscitiva sulla Ru486 e sulla sua compatibilità con la legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza




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