Angeli senza un fiore

di Anna Pisacane

In Italia una gravidanza su 5 finisce con la morte naturale del bambino, e circa 250.000 famiglie all’anno subiscono questo tipo di lutto. La legge italiana predispone norme nazionali relative alla sepoltura dei bambini, ma tali norme sono spesso ignorate o erroneamente applicate in molti ospedali italiani.

I genitori non sono preparati alla morte del loro figlio prima della nascita, e dunque si trovano spesso frastornati e confusi dopo questo evento, al punto da necessitare di sostegno ed informazioni esaurienti di tutte le procedure possibili. Molti genitori, superata la prima fase di shock, ripercorrono i momenti successivi alla diagnosi e sentono che il loro lutto è incompleto: molti di loro esprimono rammarico per non sapere dove si trovi il corpo del loro bambino, molti altri desiderano svolgere riti funebri, molti altri scoprono amaramente e in ritardo che avrebbero potuto, per legge, dare una destinazione diversa alle spoglie del loro bambino. La legislazione internazionale (vedi la recente legge francese del dicembre 2008 sul diritto della donna ad iscrivere all’anagrafe il feto morto in qualunque periodo della gravidanza, dargli un nome ed ottenere il congedo di maternità – Décret n° 2008-798 du 20 août 2008 modifi ant le décret n° 74-449 du 15 mai 1974 relatif au livret de famille) si sta adeguando a questa esigenza. Il percorso genitoriale è irreversibile, e una volta che si instaura non è possibile per quel genitore regredire ad uno stato psichico precedente, di non – genitorialità. La perdita di un bambino durante la gravidanza o dopo il parto è un evento che interrompe bruscamente questo percorso, violando le fantasie e i progetti dei genitori, già proiettati nell’intimo alla presenza tangibile del figlio atteso; se con l’evento morte si spezza il legame fisico con quel bambino, non si dissolve il legame psichico costruito con il figlio, che resta dolorosamente saldo, indipendentemente dall’età gestazionale in cui avviene la morte. Questo dato è ormai noto a livello internazionale, tant’è che la Royal College of Obstetrics and Gynecologists ha formalizzato delle linee guida sul supporto psicologico alle donne e le coppie colpite da aborto precoce, noto fattore di rischio per depressione, ansia e infertilità (RCOG Green Guidelines n 25 October 2006); la perdita di un figlio durante la gravidanza e dopo il parto è un grave evento di vita, e provoca una tipica reazione da lutto. La perdita di un bimbo in utero è dunque sovrapponibile agli altri tipi di lutto, e come tale dovrebbe essere affrontata. In ogni cultura le tradizioni relative alla celebrazione del ricordo del defunto e ai riti religiosi connessi al commiato dalla vita terrena sono presenti sin dall’antichità, e anche in questo tipo di lutto in molte tradizioni e culture vengono normalmente eseguiti rituali, tra cui la sepoltura. I riti funebri, indipendentemente dal corollario religioso associato, hanno lo scopo di decretare l’avvenuto passaggio del proprio caro, e simboleggiano quindi il saluto della persona amata da parte dei suoi familiari. Considerati questi elementi è dunque abbastanza intuitivo che anche per molti genitori colpiti dalla morte del proprio figlio durante la gravidanza o dopo il parto il rito funebre e la sepoltura assumono una valenza centrale nel processo di elaborazione del lutto: offrire degna sepoltura implica il riconoscimento non solo della dignità di quel bambino, ma anche della dignità di quel genitore, chiamato a salutare suo figlio ancora prima di averlo conosciuto; in alcuni casi l’assenza di un luogo fisico inibisce l’elaborazione del lutto che dunque, si arresta, complicandosi con lo sviluppo di patologie psichiatriche come ansia depressione e disturbi alimentari. Attraverso le attività di sostegno al lutto perinatale e alla gravidanza a rischio, le nostre associazioni sono venute a conoscenza di numerose situazioni di disinformazione, ignoranza ed inosservanza delle leggi sulla sepoltura dei bambini piccoli (20 – 28 settimane) e piccolissimi (sotto le 20 settimane), che quotidianamente avvengono negli ospedali italiani e che lasciano i genitori ancora più frastornati, soli e sconvolti dopo la perdita dei loro figli.




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