Attenti a quei due!
di Paolo Piersanti Capo Ufficio stampa Fiuggi Family Festival
“È sotto gli occhi di tutti come oggi la televisione sostituisca spesso, nell’educazione e nell’intrattenimento dei bambini, il ruolo che da sempre hanno ricoperto i nonni. Oggi il nonno è morto nella famiglia italiana. O sta morendo. E la perdita di questo ruolo fondamentale ha creato indubbiamente un vuoto: chi o cosa ne abbia preso il posto è un argomento che vale la pena di approfondire”. Così il regista Alessandro D’Alatri ha aperto i lavori del convegno, svoltosi presso il Centro Congressi Empam a Roma e organizzato dal Fiuggi Family Festival sul tema “La famiglia nella televisione italiana”.
“Una volta i nonni intrattenevano i bambini raccontando loro favole e storie di famiglia, rafforzando la loro identità e rendendoli consapevoli delle loro radici”. Secondo D’Alatri, ci troviamo in un impasse giuridico e istituzionale che andrebbe risolto. Padre di due figlie adolescenti, il regista considera più pericolosi della tv internet e i videogiochi. “Tra i media oggi alla portata dei bambini, il web – sostiene D’Alatri – non è soltanto molto più diversificato nei contenuti, ma è anche meno controllabile. Non sarebbe male che la televisione insegnasse ai bambini e ai giovani come utilizzare internet. Dobbiamo sporcarci le mani con questo argomento e dobbiamo tornare a difendere l’istituzione della famiglia oggi non abbastanza tutelata dalla legislazione italiana”. D’Alatri ha quindi ribadito la necessità che “nel cinema come nella televisione non siano solo i dati freddi del marketing a decidere le linee editoriali e gli argomenti, ma anche i valori che fanno parte della nostra storia e della nostra cultura”. Poi qualche cenno autobiografico: “Da bambino mi interrogavo sulle parentele poco chiare di Qui Quo Qua, Zio Paperino, Nonna Papera. Oggi un prodotto sempre della Disney, come Gli Incredibili, mi sorprende per l’eccezionale testimonianza della famiglia, unita nelle difficoltà. Un film come Blade, invece, lo considero violento e diseducativo per i bambini ed i ragazzi”. D’Alatri ‘cattolico distratto’ come lui stesso si definisce, ha citato inoltre quanto scritto da Papa Paolo VI nell’Enciclica: “è finita l’era dei maestri e comincia l’era dei testimoni”. Decisamente incisivo e autocritico, l’intervento di Maria Mussi Bollini, capostruttura bambini/ragazzi e coordinamento cartoni Rai Tre: “Siamo noi i primi irresponsabili – ha detto – Il problema è grave e si continua a non parlarne – ha detto – Noi abbiamo un’enorme responsabilità ma evidentemente non ce la assumiamo fino in fondo. Denuncio la mancanza di cultura dell’infanzia nella società di oggi, tanto in televisione quanto in famiglia. Le stesse famiglie spesso non aiutano i ragazzi o i bambini nella scelta dei programmi. Ognuno si fa le proprie fantasie, ma in realtà il vero problema è una seria cultura dell’informazione che nel nostro Paese non c’è. Se io genitore avessi nell’offerta tv più film per ragazzi, non averi nessun problema a censurare film comeVacanze di Natale”. Dello stesso avviso anche Gianfranco Noferi, direttore di RaiSat Ragazzi e responsabile di Rai Gulp: “La soglia si sta abbassando, i cartoni animati vengono sostituiti dai seriali già a partire dalle fasce d’età dei sette anni”. Noferi auspica una “collaborazione tra chi fa tv e le associazioni familiari per realizzare insieme prodotti più adatti e più mirati. I bisogni delle famiglie, che sono per noi i principali azionisti – ha ribadito Noferi – sono per noi fondamentali”.
È intervenuta al dibattito anche Giovanna Rossiello, conduttrice della rubrica del Tg1 ‘Fa la cosa giusta’. La giornalista è dell’avviso che la tv dovrebbe dare più spazio anche alle cose positive e mettere in evidenza le persone per bene. “Il dato sconcertante – sottolinea Rossiello – è che Facebook sia più seguito di quei prodotti che si impegnano nella promozione e nel recupero dei valori fondamentali”. I responsabili delle Associazioni familiari presenti al convegno si sono dichiarati entusiasti al proposito di far divenire questo convegno un concreto tavolo di lavoro permanente nell’ambito del Fiuggi Family Festival “indispensabile per definire una piattaforma di lavori condivisi capaci di caratterizzare in maniera qualitativa l’offerta tv del futuro”.
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