Tutto cio che conta è qui
di Gualtiero e Marisa Danieli
Lui chirurgo, lei insegnante. Una coppia normale che ha deciso di partire alla volta dell’Africa e impegnarsi a favore degli ultimi. Sono i coniugi Danieli, bresciani, e questa è la loro storia.
Settembre 2005: decidiamo, io e mia moglie di recarci all’Ospedale di Nanoro, in Burkina Faso, gestito dai Padri Camilliani. Avevo 40 anni di esperienza come chirurgo, prestai subito il mio servizio in sala operatoria. Fu un’esperienza indimenticabile che cambiò la nostra vita. Durante le varie missioni compiute in questi anni ci siamo fatti coinvolgere sempre di più da una realtà sconvolgente. La mia competenza in campo medico ha influito nella scelta di un progetto di assistenza sanitaria, che ho voluto realizzare a Koupèla. Perché proprio a Koupèla? Perché in questa regione devi fare 50 Km per una radiografia e 150 Km per un intervento chirurgico, ma se non hai nemmeno i soldi per pagarti il viaggio sei costretto a sopportare. Ed allora scopri che una bambina di 12 anni vive nella sua capanna con un catetere per un calcolo nella vescica, che un’altra bimba ogni giorno raggiunge la scuola saltellando sull’unica gamba sana, l’altra ha una frattura mai curata. E quanti bambini invalidati dalla poliomielite, piedi torti, ustioni. Come chiudere gli occhi pensando che “non si può fare nulla” che “il nostro aiuto è una goccia nel mare!”. Chi aiutare se non i più deboli, quelli che oltre ad essere poveri sono anche ammalati?
Dovevo fare qualcosa…ma come? Mi resi conto che per dare un aiuto concreto ero costretto ad una scelta difficile: abbandonare il mio paese, il mio lavoro, i miei figli e nipoti per stabilirmi laggiù. Non avevo il coraggio di parlarne con mia moglie; non ero sicuro di avere la forza di reagire davanti a sue eventuali obiezioni, temevo di lasciarmi convincere che “stavo sognando”. Quando ci siamo parlati fu per entrambi un’emozione grande avevamo lo stesso obiettivo. Ci siamo impegnati molto per poter aprire un Ospedale nel Dispensario delle Figlie di S. Camillo a Koupèla, ma ci siamo finalmente riusciti. Tante le difficoltà, le situazioni scoraggianti, le delusioni, ma trovi la forza di superarle quando puoi guardare tua moglie negli occhi e dire : “il nostro ideale è aiutare gli altri, il resto non conta, continuiamo”. Alla fine abbiamo potuto condividere una gioia immensa: martedì 11 novembre 2008 a Koupèla l’inaugurazione della sala operatoria con un intervento chirurgico su una bambina di 3 anni Alida, che diventerà la nostra mascotte. Siamo solo all’inizio ma quanti bambini hanno ripreso a camminare, a sorridere dopo i nostri interventi! A volte mi chiedo come sia possibile fare tutto questo in un ospedale sperduto in mezzo alla savana. Ma c’è la Provvidenza a guidare la mano del chirurgo nei casi più difficili, ad aiutarti a superare ogni ostacolo.
Ci è richiesto ancora molto coraggio ma se puoi condividere i tuoi ideali con i tuoi figli e nipoti potrai realizzare il tuo sogno. Martina, Serena e Federico, i nostri nipoti, ci mancano molto laggiù, ma quando rientriamo i loro occhi pieni di gioia ci ricompensano di tutto. Vivono direttamente l’esperienza dei nonni, che vogliono con l’esempio insegnare loro il vero senso della vita, l’amore per il prossimo.
È stato un progetto ambizioso e ricco di grandi soddisfazioni, per me come chirurgo. E che dire di mia moglie? La sua presenza alla missione è molto importante, tutti le vogliono bene per suo modo schietto di porgersi, per la sua sensibilità, per la sua capacità di aiutare i bisognosi senza farsi notare. Quante volte l’ho vista piangere, ma si possono raccontare anche storie a lieto fine. Nadia ha appena compiuto un anno, cammina sorride; potrà crescere perché Marisa e le Suore di Koupèla l’hanno accolta appena nata (la mamma morì nella brousse mentre la metteva al mondo). Marisa e le Suore: un rapporto di amicizia e fiducia che favorisce una collaborazione molto utile per un valido aiuto “agli ultimi della terra”.
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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
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