Eluana Englaro

850 Km per Eluana

di Luca Memoli

Sono partiti da Striano, un piccolo comune del vesuviano, per arrivare ad Udine, da Eluana Englaro. Quello dei giovani dell’Associazione Progetto Famiglia è stato un lungo viaggio iniziato il sabato precedente alla morte di Eluana, 850 km per essere, come affermano,  “vicini a una persona che è stata ingiustamente condannata  a morte”.

Sono partiti da Striano, un piccolo comune del vesuviano, per arrivare ad Udine, da Eluana Englaro. Quello dei giovani dell’Associazione Progetto Famiglia è stato un lungo viaggio iniziato il sabato precedente alla morte di Eluana, 850 km per essere, come affermano,  “vicini a una persona che è stata ingiustamente condannata  a morte”.

Il lungo viaggio inizia con la preghiera. Salvatore da anni impegnato con l’Associazione  guida il gruppo. È lui ad illustrare  le tappe della martoriata storia di Eluana, in particolare si sofferma sulle ultime tristi vicende che hanno permesso il trasferimento della donna alla clinica “La Quiete”. La radio li informa sullo stato di salute di Eluana: “Le condizioni della Englaro sono stabili”. Sui volti dei giovani si legge una rasserenante speranza.

Alle 18:00, arrivati a Udine, si presentano al parroco che li accoglie calorosamente. Gennaro, munito di chitarra, anima la messa assieme agli altri giovani. Al termine della celebrazione Salvatore annuncia alla comunità parrocchiale che come gruppo si sarebbero  mossi dal sagrato della Chiesa verso la clinica. Accese le candele, ai giovani venuti da lontano, si aggregano gli amici del posto. La silenziosa marcia ha inizio. Dinanzi alla clinica il popolo della vita è lì ad accoglierli. Fra di loro c’è un manifestante che, informato dell’impresa dei giovani di Progetto Famiglia, resta commosso e meravigliato tanto da donare 100 euro per il viaggio che l’Associazione ha sostenuto.

Non sembrano stanchi, sotto la pioggia rispettosamente esprimono la loro vicinanza: “Purtroppo – affermano – quello che possiamo fare è poco, ma non vogliamo tacere, non vogliamo essere indifferenti”.

Tanti sono i messaggi, le candele e le bottiglie d’acqua che sono state lasciate in questi giorni davanti al cancello della clinica, ma la cosa che più stupisce è vedere un gruppo di giovani che di sabato preferisce, a dispetto dei luoghi comuni, essere qui piuttosto che in una discoteca o in un pub.

Lottiamo non solo per Eluana – aggiunge uno di loro – ma anche per tutti quelli che come lei vogliono vivere anche essendo nella sofferenza”.

Arrivano da lontano ma non sono affatto spaesati. Dopo la piccola fiaccolata, partita dal sagrato della chiesa di Santa Maria delle Grazie, si uniscono con altri gruppi, sembra che si conoscano da sempre, ma non è così. Nord e sud, laici e cattolici, anziani e giovani, l’Italia che difende la vita è qui.

Vittime anche di qualche insulto, i giovani dell’Associazione Progetto Famiglia, non alzano mai i toni della loro manifestazione. Una voce serpeggia fra loro: “Ragazzi, non rispondiamo alle provocazioni!”.

È tardi, prima di andare via si avvicinano a quell’angolo dove tante persone hanno lasciato una candela per Eluana. Di fronte a questo piccolo altare metropolitano si alza la preghiera del Pater. “Siamo figli di un solo Padre, per questo riteniamo Eluana una nostra sorella”.




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