Ripartire da un eremo
di Giovanna Abbagnara
La famiglia ha bisogno di fermarsi di tanto in tanto e di avere un tempo prolungato di ascolto e di riflessione. È quanto offre Caresto, un eremo al servizio della famiglia che da quasi quaranta anni ospita tutti i fine settimana coppie con i loro figli per una sosta di rigenerazione e di approvvigionamento spirituale. Lo scopo di questa comunità fondata da un sacerdote di Sant’Angelo in Vado, don Piero Pasquini è quello di proporre una spiritualità fortemente intrecciata ai ritmi e ai problemi della famiglia. L’obiettivo? Offrire briciole di vangelo per vivere la vocazione al matrimonio. Ne abbiamo parlato con Daniela, la responsabile dell’Eremo.
Un eremo per la famiglia. Un’idea originale, la parola eremo sembra un po’ cozzare con l’immagine della famiglia spesso caotica e rumorosa.
Questo è un eremo, cioè un luogo in cui una famiglia viene per un certo tempo, si nutre e riparte, riprende il suo cammino. Possiamo ospitare fino a 32 coppie con figli e tutti i fine settimana dell’anno la nostra struttura è sempre piena.
Qual è la ragione che è alla base del vostro ministero? Cosa vi ha spinto a costruire un luogo di questo tipo?
La consapevolezza che la coppia non va lasciata sola, ma deve essere aiutata a vivere in pienezza la vocazione al matrimonio. Se una coppia funziona bene, tutta la famiglia gode di questa pienezza.
Quindi lavorate principalmente sulla coppia?
Sì, partiamo dalla Parola di Dio per aiutare l’uomo e la donna a comprendere la specificità della loro vocazione ed oggi questo non è solo importante ma indispensabile. I temi che proponiamo entrano nel quotidiano e invitano la coppia a vivere il dialogo coniugale, il perdono, la castità e l’obbedienza. Aspetti cioè che favoriscono la vita di coppia.
E qual è la risposta?
Ottima. Le famiglie si accorgono che noi trattiamo le cose vicine al loro cuore e li conduciamo a Dio.
Tu vedi tante coppie venire e andare via. Cosa avviene dopo Caresto?
Innanzitutto li vediamo più sereni, hanno più gioia, più voglia di riprendere la quotidianità con più speranza. Qui vivono una sorta di ristoro e ripartono come vita di coppia, c’è più complicità, c’è più alleanza, c’è più voglia di pregare. Anzi noi proponiamo di ripartire proprio dalla preghiera di coppia, di riprendere il contatto con Dio nella preghiera coniugale che specifica la loro vocazione
Le coppie che vengono fanno solo un ritiro o fanno anche un percorso?
Fanno solo un ritiro, solo una sosta. Arrivano, si nutrono e ritornano a casa. A noi interessa solo annunciare il Vangelo dell’amore, della vocazione al matrimonio e poi tutto il resto lo fa Dio. Solo Lui salva, noi siamo solo dei mezzi. Il Signore si serve di noi per testimoniarlo.
Tu come fai parte dell’ Eremo di Caresto?
Io sono la responsabile, non sono sposata, sono laica e ho dedicato la mia vita a questo impegno, a questo servizio. Appartengo ai fondatori e fra poco la nostra realtà compirà 40 anni di vita.
Come è nato questo desiderio?
É nato dall’amicizia con alcune famiglie, che venivano qui per leggere il Vangelo. Sono stati questi sposi a chiederci di sviluppare un attenzione specifica alla loro vocazione.
E così da queste domande un po’ informi, pian piano ascoltando le loro esigenze, vedendo come si comportavano con i loro figli, si sono sviluppate delle proposte più precise per aiutare riguardo le loro vocazioni.
Quindi è una realtà che si è consolidata nel tempo. Non avete avuto un progetto preciso dall’inizio?
No. Il Signore ci ha fatto capire tutto man mano.
Oggi avete una stima di quante coppie partecipano in un anno?
Sì, circa mille in un anno. Abbiamo anche sviluppato una proposta per i separati e sono molto frequentati questi incontri.
La vostra realtà è aperta anche alle situazioni di separazione e conflitti familiari?
Sì, la famiglia vive bene quando sta bene, ma si rompe anche e quindi va aiutata a essere se stessa cioè a essere ciò che Dio vuole da lei. Per questo è fondamentale la testimonianza di altri che hanno vissuto la stessa situazione. Per questo facciamo incontri con persone vedove dove altri vedovi testimoniano come hanno affrontato il dolore e lo stesso per i separati.
Ricordi qualche esperienza in particolare di qualche coppia che è venuta lì da voi?
Mi sono accorta in questi anni che le coppie non sanno dialogare, quindi è capitato che qualche coppia che è arrivata sembrava disastrata, aveva deciso di andare dall’avvocato, ma poi attraverso i nostri corsi hanno capito che tra loro mancava semplicemente il dialogo, e quindi abbiamo visto proprio una sorta di passaggio dalla croce alla resurrezione. Questo mi è capitato di vedere molte volte.
Le difficoltà così vengono sminuzzate, nel senso che le coppie, venendo lì da voi, si accorgono che le loro crisi non sono così gravi come credono.
Infatti, noi non attendiamo che la coppia faccia delle scelte importanti. Caresto aiuta semplicemente la famiglia a vivere nell’ordinario la propria vocazione .
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Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
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