Parrocchia, baluardo sociale

di Giovanna Pauciulo

Centro vitale di piccoli borghi e di grandi città, la parrocchia risponde ancora dopo 1500 anni di storia alla sua vocazione fondamentale: essere il baluardo sicuro dell’evangelizzazione e della formazione umana delle nostre comunità.

Non c’è dubbio il terzo millennio è certamente caratterizzato da un protagonismo sociale della religione. I giornali propongono collane di storia delle religioni, distribuiscono Bibbie, i media dibattono di eutanasia, omosessualità, aborto, laicità dello Stato, l’opinione pubblica è coinvolta in eventi come il Family Day. Circa il 90% degli italiani si definisce cattolico, anche se la pratica settimanale è limitata ad un terzo. Tra i preadolescenti, le percentuali sono molto alte: il 70% frequenta settimanalmente i luoghi di culto e il 14% qualche volta al mese. É nella parrocchia, scuola a parte, che avviene il primo incontro tra bambini e religione. L’88,5% dei bambini tra la terza e la quinta elementare frequenta la parrocchia soprattutto per partecipare alla messa o al catechismo per la preparazione alla Prima Comunione. Ma dopo la scuola media si assiste ad un calo delle frequenze religiose: più che in parrocchia il tempo libero si preferisce passarlo a casa, dagli amici, al parco… Aumentano i fedeli che si possono denominare “delle varie stagioni della vita”: vanno in parrocchia solo per ricevere i sacramenti dell’iniziazione, per sposarsi, per far battezzare i figli, per l’ultimo saluto; per questi la parrocchia è l’agenzia che eroga servizi spirituali solo nelle varie stagioni della vita.

É per rispondere a tutto ciò che la parrocchia rappresenta il vero baluardo sociale per  i nostri tempi, il luogo della verità: i vari problemi che assillano oggi l’uomo – come la famiglia e la vita, il consumismo e la secolarizzazione, l’impegno nella cultura e nella vita pubblica – passano fondamentalmente per questo crocevia.

La casa di Dio tra le case degli uomini

Nel nostro contesto sociale largamente secolarizzato, la parrocchia è un faro che irradia la luce della fede”, sono le parole pronunciate dal Benedetto XVI nella celebrazione eucaristica in occasione dell’apertura di una parrocchia alla periferia di Roma lo scorso 10 dicembre.   Parole che hanno il sapore della novità nella tradizione.

La parrocchia riscopre nel nostro tempo la sua centralità sociale oltre che pastorale. Storicamente costruita al centro del paese e in una posizione ben visibile, con la sua bella facciata e il campanile d’epoca, essa rimane il centro fondamentale di ogni iniziativa necessaria per una rinnovata evangelizzazione, soprattutto là dove si sono formati i nuovi grandi agglomerati umani. Essa è la casa di Dio tra le case degli uomini. La parrocchia rievoca la logica dell’Incarnazione. La presenza vivente di Gesù nell’Eucaristia, rende la parrocchia il luogo per eccellenza dell’incontro con Dio, fatto carne e abitante in mezzo agli uomini, il luogo delle decisioni forti, dello sguardo sulla trascendenza, dell’agire nella storia che nasce dalla comunione con il Signore e con la comunità.

Scuola di umanità

Nata con il compito prevalente della cura animarum, tra il IV-V secolo la parrocchia fu la risposta al problema della evangelizzazione delle campagne, ma nei secoli non ha mancato di riqualificarsi e rinnovarsi, come una realtà in forte movimento, vitale, capace di aggiornarsi per mettersi in sintonia con i grandi cambiamenti in atto nella società. Proporsi come luogo di aggregazione, in cui si promuove lo sviluppo socio-psico-fisico e spirituale dei ragazzi e dei giovani, è per la parrocchia un obiettivo secolare e attuale. “Cresci umile, forte e robusto” è l’espressione ancora oggi significativa sognata da S. Giovanni Bosco nel sogno avuto a nove anni, che resterà ben impresso nella sua mente per tutta la vita e che lo accompagnerà nell’attività e nella storia dell’oratorio da lui fondato. La parrocchia come luogo di crescita umana e di sana esperienza affettiva erompe dalla sua stessa identità, perché in altre parole essa è immagine della Trinità: modello e archetipo delle relazioni umane.

Famiglia di famiglie

La parrocchia, famiglia di famiglie, con il volto e lo stile della comunità, edifica la Chiesa. Comunicare il Vangelo in un mondo che rapidamente cambia richiede una corresponsabilità laicale effettiva, ampia, matura, non vista con sospetto, ma capace di generare una umanità rinnovata e la parrocchia è lo starter di questo rinnovamento.  La parrocchia favorisce la qualità delle relazioni interpersonali e realizza pratiche ed opere di carità, s’impegna a creare possibilità di dibattito e riflessione sui modelli della società e/o sulle strutture sociali, perché sempre più ci siano laici impegnati in nome della fede “chiamati a rendere presente e operosa la Chiesa in quei luoghi e in quelle circostanze, in cui essa non può diventare sale della terra se non per loro mezzo” (LG 33). La presenza della Chiesa e la diffusione del Vangelo non si limitano all’attività dei preti e degli agenti pastorali, e così negli ultimi decenni la partecipazione dei laici, formati alla scuola parrocchiale, nei diversi settori della società è largamente aumentata. La parrocchia è l’humus primordiale, dove lo Spirito agisce per far crescere la messe, “rimane in grado di offrire ai fedeli lo spazio per un reale esercizio della vita cristiana, come pure di essere luogo di autentica umanizzazione e socializzazione sia in un contesto di dispersione e anonimato proprio delle grandi città moderne, sia in zone rurali con poca popolazione” scrive Giovanni Paolo II, nell’Esortazione Apostolica,Ecclesia in Europa.

Opere/segni della

missione parrocchiale

Come in una famiglia si vive la corresponsabilità, insegnandola anche ai bambini, con naturalezza (spegni la luce, perché costa…), allo stesso modo nelle comunità parrocchiali vivono e crescono l’uno accanto agli altri vari carismi, espressioni della multiforme società.

L’ampia corresponsabilità della missione parrocchiale si è manifestata nei secoli in tante forme: coppie di sposi che ricevono un vero e proprio carisma a servizio della comunità; vergini consacrate che legate alla Chiesa locale rispondono alle esigenze apostoliche che essa propone e che abitualmente vivono in ambito parrocchiale; piccoli cenacoli familiari in cui specie le giovani famiglie, vivono la fede; catechisti itineranti nelle case e nei vari ambienti, case famiglia che si aprono alla missione scommettendo sulla carità; famiglie ‘fidei donum’ nella propria diocesi che lasciano per alcuni anni la loro casa per servire, accanto a sacerdoti talora anziani. Tutto dalla e nella parrocchia!

È compito della Chiesa, e perciò in essa di ogni parrocchia, affermare con chiarezza e sostenere con forza quella visione dell’uomo e della realtà, attestata da una tradizione di fede due volte millenaria e radicata addirittura nella Rivelazione divina in Cristo; offrire le chiavi di lettura per interpretare il presente e costruire il futuro, operando scelte rispettose della dignità dell’uomo; “fare” ed “educare” cristiani autentici, adulti nella fede, capaci di testimonianza e missionarietà: tutto questo non si legge sui giornali, non si scarica da internet, non si apprende sui libri di scuola  o nei dibattiti mediatici, ma dall’esperienza di essere e vivere in parrocchia.




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