La nostra seconda casa

I coniugi La Montagna raccontano il loro impegno fra famiglia e parrocchia.

Scoprire di avere un Padre che non si stanca di stare sull’uscio di casa in attesa del ritorno del figlio, un Padre che è lì che attende il tuo ritorno e già in cuor suo prepara la festa in famiglia, insomma scoprire che Dio è Padre, ha significato, per noi, scoprire la famiglia in una dimensione nuova ed inaspettata.

Questa può essere in sintesi l’esperienza che abbiamo lentamente maturato in questi anni e ci ha consentito di rileggere la nostra esperienza personale e di famiglia impegnati in parrocchia fin da quando eravamo giovanissimi.

Riguardare le nostre storie alla luce della Grazia è stato come riscoprire quella mano delicata di Dio Padre che ci ha accompagnato in un percorso che gli occhi umani non sempre sanno decifrare e comprendere.

In questa nuova prospettiva abbiamo ricompreso le tappe vissute da giovani come animatori parrocchiali o catechisti dei fanciulli, il cammino di giovani fidanzati e poi da sposi.

La luce di una graduale esperienza di fede ci ha consentito di voltarci indietro e di capire che Dio Padre costruisce sentieri che uniscono e che il suo desiderio è quello di farci scoprire che tutto ha un senso se si è famiglia, se scopri che Lui è famiglia e noi ne facciamo parte, la nostra parrocchia, la nostra città, l’umanità, il mondo ne fanno parte.

Questa esperienza continua a guidare il nostro agire, consapevoli che solo se saremo docili nelle mani del Padre potremo realizzare il progetto che Lui ha sulla nostra famiglia.

Questa consapevolezza anima il nostro impegno parrocchiale, che da qualche anno, sostenuti e incoraggiati dal nostro parroco, ci vede impegnati ad animare un cammino di spiritualità coniugale, che ci permette di condividere momenti di ascolto e di preghiera, di riflessione e di fraternità sulla bellezza della vocazione all’amore sponsale. Questo percorso ci sta aiutando a crescere nella consapevolezza di cosa significhi essere famiglia cristiana nell’oggi della storia e di come rendere la nostra testimonianza in tutti gli aspetti della vita quotidiana: dalla vita di relazione all’impegno sociale.

L’intento è quello di essere più famiglia tra noi e nella nostra comunità parrocchiale, ma anche riflettere su come l’attuale contesto sociale lanci una sfida alla famiglia e al suo ruolo sempre più determinante per promuovere, più in generale, la convivenza civile sotto il segno del bene comune.

Considerare la comunità parrocchiale come la nostra famiglia più allargata è un sentimento condiviso anche dai nostri due figli.

Paolo, ormai prossimo alla maggiore età, segue un percorso di formazione spirituale, ed è a sua volta animatore di un gruppo di ragazzi e di gruppi estivi in un quartiere di case popolari. Gaetano, di 13 anni, partecipa invece agli incontri di formazione per adolescenti. Entrambi sono anche ministranti e svolgono insieme ad altri giovani il servizio all’altare nelle celebrazioni liturgiche.

Quella stessa scoperta che ci ha consentito di ridare senso e significato alla nostra esperienza familiare anima il nostro desiderio di mettere la nostra famiglia nelle mani del Signore e collaborare al suo progetto, sicuri che Lui ci rinfrancherà e ci guiderà per il giusto cammino.

Liliana e Giovanni




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