Famiglia al servizio della vita

Eminenza, l’anno prossimo ricorrono i 40 anni dell’ Humanae vitae. Pensa che si farà qualcosa per ricordare questa prima enciclica?

Card. Trujillo – Sicuramente faremo il possibile perché è un’enciclica centrale e non soltanto riguardo al rifiuto della contraccezione.  In questo documento ci sono paragrafi veramente profetici, Paolo VI ha offerto le basi di una dottrina che è stata ulteriormente approfondita dai suoi successori. Ad esempio al numero 12 si parla di un’unità tra la dimensione unitiva e quella procreativa, il Papa dice che l’amore coniugale non può essere slegato dalla procreazione. Questa dottrina è al centro delle preoccupazioni del Papa attuale come lo è stata di Giovanni Paolo II. È un tema che abbiamo ripreso nell’ultimo documento: Famiglia e procreazione (pubblicato alcuni medi fa, ndr),  dove abiamo parlato dell’amore coniugale, della crescita dell’amore tra gli sposi e anche della procreazione: questi diversi significati non possono essere separati ma sono parti di una stessa realtà. Questa è la linea dottrinale portante anche dell’attuale pontificato

Eminenza, non le sembra che questa enciclica sia troppo trascurata anche a livello ecclesiale? Nessuno mette in dubbio questo insegnamento ma di fatto rimane sostanzialmente inapplicato.

Card. Trujillo – Il pericolo c’è. A tutti i vescovi che abbiamo incontrato in questi anni abbiamo ricordato l’importanza di questo insegnamento e abbiamo chiesto che l’enciclica non sia sottovalutata minimamente, perché ha un valore profetico, come ha scritto Giovanni Paolo II nella Familiaris consortio. È necessario formare la coscienza con criteri chiari per evitare di giustificare in nome della coscienza comportamenti che non sono leciti. Da quello che si apprende dagli studi e dalle ricerche sono moltissime le persone che utilizzano i metodi contraccettivi, metodi illeciti perché contrastano con il senso profondo dell’amore e il rispetto reciproco. Questo problema deve essere considerato in stretta relazione al cambiamento culturale, alla pressione di una pseudo-scienza e, soprattutto, alla presentazione sbagliata dei mezzi di comunicazione. Questo fatto persiste ma la Chiesa non deve stancarsi di illuminare.

Il problema, in questo caso, non riguarda solo il numero dei figli ma coinvolge la concezione stessa della sessualità …

Card. Trujillo – Sono d’accordo. Io ritengo che uno dei fattori che maggiormente incidono sull’intera problematica e di cui molti matrimoni hanno sofferto, è la sostanziale mancanza di preparazione ad una vera sessualità umana e cristiana, intesa come donazione. La scelta di questi metodi nasce all’interno di una relazione che banalizza la sessualità. Dobbiamo chiederci se buona parte della debolezza e delle difficoltà del matrimonio non scaturisca da un uso non appropriato del sesso, cioè da una sessualità vissuta non con tutta la dignità, la novità, il rispetto, la volontà. Soprattutto oggi quando parecchi si separano o divorziano devono riesaminarsi riguardo all’originalità della loro vocazione cristiana. C’è chi diceva che si sarebbe perso un po’ il senso della fedeltà, con queste abitudini è piuttosto difficile. Ma la Chiesa non deve stancarsi di predicare ciò che è vero, è essenziale. Anche perché iniziamo a vedere segni di un’inversione di tendenza.

Davvero?

Card. Trujillo – È vero, anche se la situazione che vediamo n Europa è molto diversa da quella dell’America Latina. E all’interno della stessa Nazione vi sono gruppi diversi. Una cosa interessante è che vi sono Nazioni, ad esempio gli Stati Uniti, dove vi sono gruppi che difendendo i valori dell’amore coniugale, della fedeltà, contro le schiavitù che generano per esempio l’infedeltà. Su questi temi vi è una piena sintonia tra le posizioni della Santa Sede e l’attuale politica di Bush che manifesta preoccupazione sull’amore coniugale della famiglia, s’impegna contro l’aborto e la produzione di cellule staminali dagli embrioni. Ci sono dei gruppi che cominciano a studiare, a riflettere, a formarsi, a fare tutto un movimento di rinnovamento nella Chiesa a riguardo della famiglia. Ma ci sono problemi e sono gli stessi in tutti i luoghi, perché sono diverse le culture. Sono convinto tuttavia che sarà riconosciuto alla Chiesa il coraggio di aver parlato e di averlo fatto con grande chiarezza. La Chiesa difende l’amore coniugale, la dignità della donna, il valore e la dignità della vita. A volte i politici, o certi gruppi politici, non accet-tano, forse perché non capiscono, l’insegnamento della Chiesa. Ma in tante nazioni si vede un movimento di reazione, anche e soprattutto in Italia, come ha mostrato il Family Day.

Eminenza, Papa Benedetto parlando alla curia romana lo scorso anno, ha detto che questa Europa sembra essere stanca, anzi sembra volersi congedare dalla storia, in riferimento alla scarsa natalità, e queste sono parole molto gravi. Lei cosa ne pensa?

Card. Trujillo – Lo aveva detto tante volte anche Giovanni Paolo II, ricordo il suo discorso al Parlamento italiano. Quello che dice Benedetto XVI è un aiuto immenso per svegliare una coscienza che delle volte è un po’ meno presente in certe nazioni dell’Europa. Il Papa ha ricordato la tragedia del secolarismo che dimentica Dio. Ma senza Dio non ci sono risposte profonde e l’uomo facilmente smarrisce la via.




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