Accogliere, una scelta di vita

di Salva D’Elia

Una famiglia che viene in soccorso di un’altra famiglia. Questo è il cuore dell’affido familiare, una realtà in crescita nel nostro Paese.

Il mondo contemporaneo pone numerosi interrogativi circa le condizioni dei minori, soprattutto alla luce dei frequenti casi di cronaca che, loro malgrado, li vedono coinvolti o, peggio ancora, protagonisti.

Particolare attenzione meritano, a tal riguardo, quei minori che, per problemi di varia natura, sono costretti ad abbandonare il proprio nucleo familiare d’origine e a trasferirsi presso altre famiglie o comunità. Quando parliamo di questi casi entra in gioco un tema che sta acquistando rilevanza sempre maggiore e va configurandosi come rimedio abbastanza efficace per far fronte alle esigenze degli interessati: l’affidamento familiare.

Tale realtà, regolata in Italia dalla legge n.184 del 1983, presenta una quantità notevole di sfumature ed, a livello nazionale, ha fatto registrare dati interessanti: secondo la pubblicazione operata dall’Istituto degli Innocenti dal titolo “I numeri italiani. Infanzia e adolescenza in cifre – Edizione 2007” emerge un aumento del 35% dei minori dati in affido alle famiglie.

Oltre queste ultime, infatti, sempre dalla 184/83, sono citate le comunità come altro luogo di destinazione del minore, nel caso in cui non fosse possibile il ricorso immediato alla famiglia.

I dati registrati nel nostro paese riguardo questa realtà parlano di un aumento significativo negli ultimi anni, anche se con differenze notevoli tra il Nord ed il Sud.

Esso si presenta come realtà altra e, perché no, come alternativa possibile alla lunga procedura dell’adozione vera e propria e mette comunque i genitori o, soggetti terzi, di fronte ad un’esperienza unica di amore e solidarietà.

Perché il minore affidato affronti e superi il reinserimento in una realtà altra rispetto alle condizioni di origine è necessario che la famiglia affidataria sia adeguatamente preparata a riceverlo, ad accudirlo e, fondamentalmente, ad amarlo.

Perché ciò avvenga in maniera corretta, a tutela del minore, dunque, ci sono delle severe procedure da seguire ed un elenco chiaro e completo dei requisiti da possedere per risultare idonei all’affidamento.

Comunità o famiglia che sia, l’importante è la predisposizione ad accogliere, a mettersi in gioco, ad entrare in contatto con situazioni e realtà profondamente diverse dalle proprie o da quelle cosiddette “normali”, anche se poi su tale concetto ci sarebbe molto da discutere.

Solo attraverso una presa di coscienza di quelli che sono i problemi del bambino o ragazzo che si presenta ed un amore “condiviso” insieme con gli altri con cui si partecipa a questa sfida, è possibile rispondere in maniera seria e continuata alle diverse sollecitazioni che provengono dal mondo esterno.

Per quel che concerne i dati relativi alle comunità residenziali, facendo sempre riferimento alla pubblicazione dell’Istituto degli Innocenti, riscontriamo da un lato un aumento significativo (+105%) del numero delle comunità operanti nell’ambito dell’affido, segnale di una rinnovata e sempre forte sensibilità della società alle tematiche dei minori in difficoltà, dall’altro un sostanziale pareggio tra il numero di affidi alle comunità e di affidi alle famiglie, segnale di una sempre crescente responsabilità verso il tema dell’unità familiare.

Infatti, di fronte alle continue e ripetute tendenze alla disgregazione familiare emergenti in maniera vistosa e significativa negli ultimi anni, soprattutto alla luce delle proposte di legge volte alla destabilizzazione del nucleo originale, questi dati rappresentano una svolta incoraggiante affinché la famiglia torni ad essere uno dei pilastri fondamentali ed imprescindibili su cui porre le basi per un futuro sano e impregnato di valori cristiani.

Per incentivare un sempre maggiore numero di famiglie a fare questa “scelta di vita”, l’informazione e le campagne di sensibilizzazione sono gli strumenti disponibili per far conoscere questa realtà possibile, l’affido, troppo spesso confuso con l’adozione.

All’interno di questi nuclei originali, comunità o famiglie che siano, è possibile ritrovare quel clima sereno e pacifico necessario ad una crescita equilibrata di un minore altrimenti destinato ad un futuro incerto.




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