Pazy Bien

di Luca Memoli

L’inconfondibile saluto francescano conclude ogni lettera della famiglia Di Giovane che da un anno vive un’esperienza missionaria in Venezuela. Riportiamo l’ultima lettera del loro diario di bordo.

Iniziamo questa nostra lettera con il cuore pieno di gioia perché ormai tra alcuni giorni sarà un anno che siamo qui in Venezuela, il tempo scorre in fretta e noi siamo contenti per tutto quello che è successo in questo anno, dagli eventi “eccezionali” quali la nascita di Sara ai piccoli eventi quotidiani che ci fanno sentire sempre più parte di questo popolo e di questa cultura….

E passiamo alla “notizia” di questa lettera, il “Campamento vacacional”. Una breve premessa: durante le lunghe vacanze natalizie vedevamo decine e decine di giovani in strada a bivaccare senza fare niente. Senza scuola e soli a casa, con i genitori a lavorare, l’unico posto di aggregazione era la strada. Passavano ore ed ore in giro senza fare nulla di buono. E ci siamo detti, se adesso è così figuriamoci quando la scuola chiude per le vacanze estive. Ed abbiamo iniziato a riflettere se non fosse il caso di organizzare una sorta di Oratorio Estivo, o Grest, o Estate Ragazzi, o Centro Estivo… insomma una proposta che potesse aiutare i bambini ed i giovani ad essere occupati in attività e giochi, dinamiche e sport, laboratori e canti in un ambiente protetto e con tutte le attenzioni.

E così ne abbiamo parlato in Consiglio Pastorale, la proposta è passata e ci siamo buttati in quest’avventura. Le difficoltà organizzative sono state tante, i tempi stretti ma i risultati eccezionali. Avevamo deciso, per ovvi motivi logistici e di mezzi, di iscrivere non più di 40 ragazzi a turno. Ne abbiamo iscritti 90 in totale! Dalle 8 della mattina alle 4 del pomeriggio, con l’aiuto dei ragazzi del gruppo giovani che hanno fatto da educatori, è stato un trionfo di canti, dinamiche, lavori di gruppo, laboratori manuali e d’inglese, sport ed ovviamente preghiera ed approfondimento della figura biblica di Giuseppe, figlio di Giacobbe. E’ stato durissimo e siamo sinceri, senza la presenza di Raffaela, la volontaria napoletana, forse non se ne sarebbe fatto niente. Lei, oltre alla valida collaborazione per i corsi di inglese (è insegnante di inglese) ha dato una mano fondamentale al nostro essere famiglia permettendo a Eugenio di scorrazzare per tutto il centro, coordinando e dettando i tempi delle attività, senza il peso di badare ad una delle due bimbe. Il protagonismo locale è stato il motore di questa iniziativa e siamo molto felici. Il Campamento prevedeva che ai ragazzi venisse data la colazione, il pranzo e una merenda per preparare i quali si sono offerte spontaneamente a turno varie signore che vivono qua vicino e che sono venute ad aiutarci a preparare. I primi risultati li abbiamo avuti già alcune settimane dopo; infatti, ai tradizionali incontri di una settimana che il Vescovo organizza per i giovani della pastorale giovanile diocesana i giovani della Cappella San Antonio erano il gruppo più numeroso (ben 25!), anche più numeroso dei giovani della parrocchia madre San Josè Obrero, ed abbiamo addirittura dovuto affittare una bussetta per tutti e 4 i giorni! Questa per noi è stata una grande soddisfazione.

Subito dopo il Campamento altro momento affettivamente forte per noi è stata la visita di Antonella (la sorella di Eugenio) con suo marito Lluis ed il piccolo Marco coetaneo di Teresa. E’ stata solo una settimana ma per noi e ancor più per le bimbe sono stati giorni davvero belli; Teresa ha finalmente conosciuto il suo cuginetto (l’ultima volta che si erano visti avevano un anno e quindi non si ricordavano molto l’uno dell’altra) e ha abbassato le barriere difensive che sembrava aver eretto nei confronti dei suoi coetanei. Grazie all’affetto e ai continui bacetti di Marco deve aver capito che gli altri bimbi della sua età sono una grande risorsa e non un pericolo; e da quando se ne andato via anziché scappare via cerca gli altri bimbi e li prende per mano per giocare.

L’unico “neo” della visita, che per altro ci aspettavamo, è il fatto che ricevere persone care con cui si dialoga e ci si confronta può portare a vedere la realtà in cui viviamo con gli occhi di chi viene qua; e così ci è sembrato di tornare indietro di un anno e di vedere questo quartiere in tutta la sua povertà e questa casa in tutte le sue “mancanze”.

Il giorno della festa di Santa Chiara siamo andati a Messa dalle Clarisse e poi ci siamo fermati lì a pranzo nell’area degli ospiti. C’erano anche tantissimi frati, è stato un bel momento di comunione. Il mese di agosto lo stiamo utilizzando per il riposo e per lo studio. Ci siamo illusi di poter fare anche una breve vacanza, ma per tutta una serie di circostanze non è stato possibile. Abbiamo quindi deciso che la vacanza vera la faremo a dicembre, dopo Natale (sperando di resistere 1 anno e mezzo senza “staccare”), andando magari in uno di questi fantastici posti tutto spiaggia e mare (non è mica colpa nostra se viviamo ai Caraibi…).

Abbiamo quindi colto l’occasione per programmare per bene il prossimo anno pastorale e per studiare in maniera sistematica i documenti del Concilio Plenario del Venezuela, partecipando ai ritiri di formazione organizzati dalla nostra diocesi.

A settembre inizierà il nostro secondo anno qui. Abbiamo in cantiere insieme alla Comunità molte iniziative. Cominciamo però ad essere un po’ preoccupati per la situazione politica. Ormai siamo ad un punto di non ritorno nella rivoluzione socialista. Molti ci chiedono un commento ai fatti di qui. Primo o poi la faremo una valutazione complessiva, ad oggi possiamo solo dire che lo scontro tra il Presidente ed i suoi oppositori è incandescente.

E nessuno lo può contraddire, pena la gogna mediatica, le aggressioni verbali e adesso cominciano anche quelle fisiche da parte degli aderenti del partito socialista unico. Noi qui certamente respiriamo un aria meno pesante che a Caracas però percepiamo che qualcosa, in questo pacifico popolo, sta cambiando. Speriamo in bene…

Infine, prima dei saluti, un doveroso ringraziamento va a tutti voi che in mille maniere ci dimostrare il vostro affetto ed il vostro sostegno economico. Come si dice qui: “Dios les page” (Dio vi ricompensi). Un grande abbraccio a tutti!

Pace e Bene!




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