La dura legge della perfezione

di Salvatore Caracciolo

Legge 194 n. 6: “L’interruzione volontaria della gravidanza, dopo i primi novanta giorni, può essere praticata:  quando la gravidanza o il parto comportino un grave pericolo per la vita della donna;  quando siano accertati processi patologici, tra cui quelli relativi a rilevanti anomalie o malformazioni del nascituro, che determinino un grave pericolo per la salute fisica o psichica della donna”.

Careggi, Marzo 2007: durante la notte muore un bambino sopravvissuto ad un aborto terapeutico. Il bambino era nato alla 22esima settimana di gestazione per una sospetta malformazione allo stomaco, un’atresia dell’esofago, rivelatasi poi inesistente.

Milano, Giugno 2007: Una donna incinta di due gemelle chiede l’aborto selettivo per uno dei feti affetto da sindrome di down. Per un errore del medico viene ucciso il bambino sano.

Due eventi provvidenzialmente rinvenuti alla cronaca che sconcertano e scuotono le coscienze di molti sulla realtà diffusa degli aborti tardivi.

Lo scandalo non scoppia però a causa  della morte di un bambino malformato ma per la morte di un bambino sano ucciso al posto del diverso.

Errore dei medici, inadeguatezza di una legge ormai passata? Dietro qualsiasi interrogativo emerge sopratutto una cultura della morte. Di fronte alla soppressione della vita di un bambino che presenta delle anomalie o alla selezione di un bambino malato rispetto ad uno sano non si può non parlare di eugenetica. “E’ l’eugenetica che impone le sue leggi. E’ la cultura della perfezione che impone di escludere tutto ciò che non appare bello, splendente, positivo, accattivante” (Osservatore Romano).

Il ministro della salute Livia Turco, diessina cattolica, rimane a disagio di fronte al caso delle gemelle di Milano e dichiara sul Corriere della sera: “il fatto di sapere che uno dei due gemelli sia malato, malformato, è sufficiente a decidere di sopprimerlo?” Ma lei stessa a tale domanda non sa rispondere, non può rispondere, vorrebbe dire mettere in discussione cose ormai “irrinunciabili”. Intanto, annuncia che due commissioni tecnico-scientifiche sono all’opera e per fine anno ci saranno delle Linee Guida alla legge 194  che si esprimeranno sul limite temporale d’intervento e le soglie dell’uso della diagnosi genetica. Qualcosa inizia a muoversi?

Attenta ministro, lei è già sotto sorveglianza da parte dei suoi “compagni”: attenta ministro a ciò che fa!




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