Il 95% dei neonati ce la fa

intervista a cura di Anna Pisacane

Tra le tanti questioni che accende il caso, una di fondamentale importanza riguarda la professionalità e la deontologia medica. Per trarne un giudizio attento abbiamo chiesto al dott. Lucio Romano, ginecologo e bioeticista del II Policlinico di Napoli e vicepresidente nazionale del Movimento per la Vita Italiano, di fare luce sulla questione.

Tra le tanti questioni che accende il caso, una di fondamentale importanza riguarda la professionalità e la deontologia medica. Per trarne un giudizio attento abbiamo chiesto al dott. Lucio Romano, ginecologo e bioeticista del II Policlinico di Napoli e vicepresidente nazionale del Movimento per la Vita Italiano, di fare luce sulla questione.

Dott. Romano che cos’è l’atresia esofagea?

Tra la 4a e l’8a settimana di gravidanza l’intestino primitivo si divide in una parte anteriore, da cui origina la trachea, ed in una parte posteriore, da cui si forma l’esofago. Se si realizza una incompleta divisione dell’intestino primitivo si ha l’atresia dell’esofago con o senza fistola tracheoesofagea. L’atresia è la mancanza di continuità dell’esofago, vale a dire che l’esofago si interrompe, termina a fondo cieco e non comunica con lo stomaco.

Quanti bambini colpisce?

In Europa l’incidenza media dell’atresia esofagea è di circa 3 casi su 10.000 nati (inclusi i nati vivi, i nati morti e le interruzioni volontarie di gravidanze), variando da un massimo di 1 neonato su 2500 ad un minimo di 1 neonato su 4000 nati vivi.

Come si diagnostica l’atresia esofagea ?

La diagnosi, in genere, è possibile con l’ecografia solo dopo la 24a settimana di gestazione perché prima di questa epoca di gestazione, la deglutizione del feto non svolge un ruolo significativo nel ricambio del liquido amniotico.

Quale prognosi viene fatta in tal caso?

Fortemente sospettata o fatta la diagnosi di atresia dell’esofago, è necessaria una corretta,  esauriente e comprensibile informazione da fornire ai genitori, che si avvalga della  consulenza del chirurgo pediatra che spieghi chiaramente i percorsi assistenziali da concretizzare immediatamente dopo la nascita, i risultati e la prognosi. La prognosi e la sopravvivenza dei neonati con atresia esofagea dipendono dalla tempestività della diagnosi e dalla presenza di altre malformazioni.

La correzione chirurgica consiste nella individuazione, legatura e sezione della comunicazione tra trachea ed esofago, avvicinamento e ricongiungimento dei monconi esofagei. E’ un intervento che richiede grande accortenza ed abilità chirurgica perché a volte la distanza che separa i due monconi è tale da non consentire una correzione immediata.

Che tipo di complicazioni può provocare tale intervento?

Le complicanze postoperatorie principali possono essere immediate (distacco parziale o totale della sutura effettuata sull’esofago o per chiudere la comunicazione tracheoesofagea) e tardive (restringimento dell’esofago nel tratto operato, rigurgito gastroesofageo)

Oltre il 95% dei neonati sopravvive al trattamento chirurgico.




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