Informazione Oscurantista

di Paolo Bustaffa – Direttore SIR

Il potere dei mass-media a servizio della disinformazione

La famiglia ha diritto a parole serene e vere.

Non può essere ingannata, strattonata o zittita con linguaggi che appartengono a realtà conflittuali, concorrenziali, competitive. La famiglia é comunicazione tra volti: la più bella, importante e anche più impegnativa comunicazione tra persone.

Può diventare il contrario se si interrompe il filo dell’accoglienza, dell’ascolto, della condivisione, del rispetto, del perdono. Un filo che si irrobustisce giorno per giorno con semplicità ed essenzialità attraverso l’esercizio delle piccole virtù domestiche.

Oggi, assai più di ieri, questo filo  sopporta la pressione di una comunicazione che sta sacrificando a legittimi interessi di parte  un bene che è di tutti ed è quello della verità sull’amore tra un uomo e una donna.

Una modernità senza futuro tenta di strappare un filo che non è solo in mani umane.

Quello che é accaduto negli ultimi mesi e continua oggi ad accadere in tema di unioni di fatto conferma il tentativo,  in punta di piedi e con guanti di velluto,  di devitalizzare le radici della famiglia fondata sul matromonio.

E’ un processo, sottile, graduale, mimetizzato  che tocca con maestrìa le corde di un’emotività e di una libertà che, abbandonate a se stesse e private  da  responsabilità,  provocano una nebbia culturale che impedisce di scorgere la verità, la bellezza e il bene.

Anche in un testo legislativo, come è quello dei “DiCo”  non sembrano apparire segnali evidenti di attentato alla famiglia fondata sul matrimonio ma il vuoto educativo che in esso si rivela è il vero attentato di cui prendere atto e a cui rispondere con il linguaggio sereno e fermo di una proposta culturale alternativa.

Diversi media contribuiscono a infittire questa nebbia  attraverso un’informazione frettolosa, a volte piegata a interessi di parte, a volte menzognera.

Basterebbe seguire l’informazione sul “Family Day” del 12 maggio per rendersi conto del gioco informativo che si é aperto e continua con l’intento di porre questa iniziativa sotto una luce di sfida, di scontro, di crociata, di integrismo, di oscurantismo.

E’ il segno che parlare di famiglia fondata sul matrimonio e di un laicato cattolico che con una festa in piazza vuole esprimere al riguardo il suo pensiero non è gradito a potenti media e alla cultura che li orienta.

Si comprende perché attorno al 12 maggio cresce anche il tentativo di far passare l’immagine di una Chiesa oscurata e oscurantista, con laici che obbediscono senza fiatare a vescovi e preti. L’immagine di una Chiesa dei “no”, delle proibizione, dei divieti.

Che triste prova  di ritorno a un anticlericalismo lontano e oscuro! Le lamentele tuttavia non bastano e, soprattutto, non servono.

A un’informazione appassita occorre rispondere con la freschezza della gioia, del futuro, del sì, della festa. Con notizie di speranza pensata e vissuta.

E’ urgente rispondere con l’assunzione di responsabilità più mature di fronte alla cultura dei media per dare un segnale  forte e chiaro, e perfino simpatico, che la vita  e la famiglia  sono doni straordinari  per tutta la societàe in esse c’è spazio grande per l’accoglienza, la condivisione  di situazioni difficili, delicate, problematiche, “diverse”. Non c’è invece posto per la confusione che, tra l’altro, arreca più male a  persone in simili situazioni che alla stessa famiglia.

E’ forse questa dimensione d’amore della famiglia per i più deboli e i più soli  che anche i media  non riescono o non vogliono a comprendere.

Che i media non abbiano bisogno di famiglie aperte e belle – il che non signfica senza problemi – per ritrovare anche per se stessi una direzione diversa?




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