Il futuro parte da qui
di Carmela Memoli
I giovani appaiono oggi più disorientati che mai, sono in cerca di valori ma soffrono anche a causa della mancanza di relazioni educative significative.
E’ proprio della famiglia educare i figli. La famiglia è l’ambiente naturale in cui essi vivono, un ambiente che comunica loro sicurezza, stabilità, ben-essere, come appare dal fatto che essi tendono a prolungare la permanenza in famiglia, spesso ben oltre le necessità legate al completamento degli studi o all’ingresso nel mondo del lavoro. Lo statuto biologico del bambino è quello di un essere altamente indifeso, ma con una possibilità inscritta di sviluppo relazionale. Il bambino diventerà se stesso, svilupperà una adeguata coscienza di sé ed attuerà in modo autentico le proprie possibilità relazionali solo attraverso la qualità della relazione sorgiva con il padre e la madre, e a partire dalla relazione di coppia dei suoi genitori.
Quando quest’ultima ha i connotati della precarietà, del timore della definitività, cosa impara il figlio? La procreazione e l’educazione dei figli appartengono all’istituto del matrimonio e all’amore coniugale. Il dono è una caratteristica del legame familiare che ha alla sua origine un incontro, un’apertura di credito, la fiducia nell’altro e nella vita. Il dono di sé fonda la relazione coniugale e il dono della vita, la relazione genitori figli. Quando questo elemento di gratuità è assente ci troviamo di fronte alla patologia relazionale di chi non è in grado di donare e usa e sfrutta l’altro.
Il dono è della coppia in quanto tale, oltre che dei suoi singoli soggetti componenti e fa si che la coppia diventi veramente “una” proprio nella generazione, conoscendosi non solo nel frutto comune, ma nella comune volontà di aprirsi ad un altro soggetto di volere il suo essere. In un mondo che fa mille richieste e che offre molte opportunità i genitori sono spesso affannati nel cercare di essere all’altezza, di possedere molteplici competenze (da quelle tecnologiche a quelle linguistiche). E’ importante che tutto questo non distragga e confonda e che i genitori, e più in generale i membri adulti delle famiglie, comprese le generazioni precedenti abbiano chiaro qual è la funzione essenziale che essi sono chiamati a svolgere.
Il disagio in fondo che vivono le nuove generazioni è solo uno specchio di un disagio più ampio presente nella società. Molte insicurezze sono loro trasmesse proprio da questa cultura in cui tutto è segnato dalla precarietà e dall’incertezza, in cui la domanda sul presente soffoca il desiderio del futuro.
La cronaca degli ultimi anni sempre più frequentemente ci riporta ad episodi di violenza domestica che sfociano in veri e propri omicidi. Sembra quasi di assistere a delle tragedie greche: genitori che uccidono i figli, figli che uccidono i genitori. Questo non può che evocare tanti interrogativi sul rapporto genitori-figli e più in generale sulla cultura che oggi viene veicolata dalla società. Queste tragedie non sono colpi di follia individuali ma segnali di un male oscuro che pervade la società, eventi che invitano tutti a riflettere sulla cultura che si diffonde nel tessuto sociale. E’ questa senza dubbio l’emergenza educativa dei nostri tempi.
Dietro queste tragedie vi sono lacune educative, vi sono genitori che hanno abdicato al loro compito e non sanno più stare con i propri figli né trasmettere loro i valori essenziali della convivenza civile. Sarebbe ingeneroso generalizzare e mettere tutti i genitori sul banco degli imputati; come sarebbe stupido dimenticare che il ruolo educativo della famiglia è oggi penalizzato da una cultura che si diffonde pervasivamente attraverso altri canali di comunicazione, con i quali la famiglia è chiamata a dialogare.
Tutte le società hanno bisogno della famiglia. Il futuro, il mondo di domani, dipende dai valori e dalle verità trasmesse, dall’educazione di oggi per cui quest’ultima non può essere ridotta ad una mera trasmissione di dati e di conoscenze: essa forma delle persone che dovranno integrarsi nel sociale e quindi dovrà essere favorita la loro maturazione psicologica, intellettuale, culturale, morale e spirituale. La famiglia è il luogo sorgivo degli affetti più profondi ed anche il luogo della responsabilità nei confronti dell’altro, sia il piccolo di cui ci si prende cura o l’uomo o la donna cui ci si lega.
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Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
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