Spegni la TV… accendi la famiglia
di Giovanna Pauciulo
Un’idea, una provocazione, una proposta per vivere una settimana speciale.
Spegni la Tv …accendi la famiglia è la proposta che il Centro Famiglia, l’ufficio Comunicazioni Sociali e l’ufficio Catechistico della Diocesi di Trento hanno elaborato per verificare l’importanza che la televisione ha assunto nella vita quotidiana. La dott. Cecilia Salizzoni, dell’ufficio diocesano Comunicazioni Sociali e presidente dell’Aiart – Associazione Spettatori di Trento, è coordinatrice di questo progetto ed è lei stessa a spiegare com’è nata questa proposta: “Il primo progetto è nato una decina d’anni fa all’interno dell’attività formativa dell’Aiart-Associazione Spettatori di Trento per le scuole. A fianco di questa modalità attuata in più scuole elementari e medie, abbiamo pensato di lanciare l’idea alle famiglie direttamente, utilizzando il canale ecclesiale e un tempo liturgico, come la quaresima, che si presta in modo naturale al “digiuno attivo” proposto dall’iniziativa. Per fare questo senza l’intervento organizzativo di insegnanti, esperti aiart e associazioni culturali di vario tipo, abbiamo pensato, insieme al Centro Diocesano Famiglia, ad una cartella che supportasse in modo facile e diretto la settimana alternativa: una cartella colorata, suddivisa in giornate, che parlasse direttamente ai bambini. È nata così la versione “Spegni la tivù…accendi la famiglia” con una prima settimana del tutto alternativa alla comunicazione televisiva (edizione 1996), e una seconda in cui le attività proposte svolgessero una prima elementare introduzione ai linguaggi audiovisivi come disegnare, creare fumetti, strumenti musicali, fare cinema e teatro (edizione 1997), perché da subito l’obiettivo non era quello di distogliere dall’uso dei media, ma di offrire strumenti per comprenderne meglio la complessità e valorizzare le risorse offerte dai linguaggi audiovisivi”.
Ovviamente la televisione non è il “mostro” da cui fuggire. La proposta che giunge dal Trentino è per tutta la famiglia, dai piccoli di casa ai ragazzi che frequentano le medie. Il merito di questa proposta è di indurre la riflessione sull’uso e sul valore del mezzo televisione. La proposta Spegni la tv …accendi la famiglia è una simpatica e valida cartella, in cui è possibile trovare una serie di indicazioni pratiche e strumenti operativi per riempire ogni giorno della settimana in cui il televisore resterà spento. “Dal primo anno ad oggi, sono uscite, su richiesta di singoli e parrocchie, più di 2000 esemplari. La natura familiare e libera della proposta non permette di testare i risultati, che sono più visibili nell’ambito scolastico. Quello che si può dire è che i genitori sono più inclini a rispondere ad una proposta di tipo comunitario (sia la scuola o la parrocchia il motore della proposta), piuttosto che assumere in proprio un’iniziativa del genere. I due canali comunque non si escludono; l’obiettivo comune è quello di ridare impulso alla famiglia come soggetto educante” dice la dott. Salizzoni.
Spegnere la televisione per una settimana certo non cambia di molto le cose.
Ma la settimana ha il valore di un tempo forte, in cui il cessare di una attività dà modo ad altre esperienze ed esigenze di venire alla luce. È un esperimento i cui frutti potranno maturare lungo il corso di settimane più “normali”, che sappiano mantenere gli spazi vivi sperimentati a video spento. Educare ad un uso intelligente e critico del mezzo televisivo è una precisa responsabilità degli adulti, in particolare dei genitori, a cui deve far riscontro una testimonianza personale, credibile e coerente. Scegliere preventivamente i programmi, genitori e figli insieme, aiuta a dare alla TV non il primo posto, nè tutto il posto, ma il posto giusto quello che tiene conto degli altri momenti della giornata, dello studio e del lavoro, del sonno e dei pasti, del tempo libero e delle relazioni interpersonali. La regola aurea di guardare la televisione insieme ai figli è un ottimo antitodo per fare in modo che la visione della televisione sia un’opportunità educativa. Osservare i figli durante la trasmissione per cogliere eventuali reazioni e intervenire tempestivamente: talvolta basta una parola al momento opportuno per far sentire la propria presenza (e chiarire un dubbio) oppure una domanda per farsi raccontare la trama e rendersi conto del grado di comprensione.
Totale disponibilità poi a parlare con i propri figli di quanto si vede in televisione, magari giocando d’anticipo e stimolandoli ad esprimere pareri, gusti o perplessità sui personaggi e sui loro atteggiamenti. Plauso a questa iniziativa perché è vero che ognuno in realtà è in grado di trovare cose da fare o da leggere, in alternativa. C’è una riserva mentale, e forse anche materiale, in cui accantoniamo sogni, progetti, libri e lavoretti. E questa proposta/provocazione è una buona ragione per tirarla fuori, ma aiuto non guasta per vincere l’inerzia abituale. E perché no, sperimentare un modo nuovo di essere famiglia. Perché la questione sta tutta qui! Non vi sono molte iniziative analoghe, la dott. Salizzoni precisa “Ci sono libri e manuali specialistici su tv e famiglia; ci sono corsi e conferenze; nelle scuole ci sono “progetti genitori” e “progetti salute” . La novità, dal nostro punto di vista, era proprio quella di offrire un materiale “aperto”, manipolabile e adattabile ad esigenze diversificate, ad età diversificate (dalla scuola materna alle medie)”.
Dott. Salizzoni vi sono novità in questo vostro lavoro?
“L’occasione per riprendere il discorso è stata offerta dalla 38ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali e dal convegno nazionale che aveva per tema “I media in famiglia: un rischio e una ricchezza”. E così è nato il progetto “riACCENDIAMO la tivù”. La falsariga della proposta rimane quella delle due edizioni precedenti, e tuttavia il progetto è più impegnativo, perché intende offrire un percorso formativo specifico sulla comunicazione televisiva (fenomeno/linguaggio/generi), rimanendo in ambito ludico-creativo, alla portata dei bambini”.
L’obiettivo più importante di queste proposte è quello di poter riaccendere il televisore: con una consapevolezza nuova, un significato più vero, e la voglia di utilizzarlo al meglio.
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