Perchè lacrime per Gonsen?

di Alexis Kaborè

Avevo sempre pensato che l’istruzione fosse la cosa più importante attorno alla quale tutti dovevamo concentrare la nostra solidarietà.

Mi dicevo sempre che, dopo il diritto alla vita, seguiva il diritto all’istruzione. Ora che sono cresciuto, ora che lavoro e che giro per i villaggi (per fare animazione) del mio bel paese, il Burkina-Faso, mi rendo conto poco a poco che ci sono molte priorità prima dell’istruzione!

E tuttavia, resto convinto che l’Uomo non possa intraprendere nulla, gestire e fare prosperare adeguatamente la propria famiglia e il proprio paese senza istruzione. Quando ci penso, ho come l’impressione che la gente del mio paese sembra aver rinunciato a tutto ciò.

Molti bambini invece di andare a scuola rimangono a casa, nei campi. I figli dei pastori molte volte si dedicano agli animali. Molti sono anche iscritti a scuole coraniche senza alcuna prospettiva per il loro futuro.

Se i genitori dei bambini ‘’accusano’’ la povertà, la mancanza di infrastrutture scolastiche e la disoccupazione dei giovani laureati per giustificare la non istruzione, lo Stato sembra non interessarsi di questi problemi.

Tutto sembra prioritario qui ed i soli mezzi dello Stato sono modesti tanto da non poter garantire lo stretto necessario. Le infrastrutture scolastiche, stradali e sanitarie penano a trovare finanziamenti. Non è dunque stupefacente se il tasso d’istruzione è inferiore al 30%.  La storia che vi racconto è un esempio

Una scuola primaria, costruita su patrimoni degli abitanti del villaggio è stata abbattuta dal vento oltre 4 anni fa. Questo villaggio di cui le classi sono piene di bambini si chiama Gonsen. Sono ormai tre anni da quando lo Stato ha promesso loro un nuovo edificio in sostituzione. Ma i lavori di costruzione di quest’edificio sono bloccati ‘’sospesi’’ dall’anno 2004 per mancanza di finanziamenti. I genitori hanno costruito 2 sale per le classi all’aperto divise con delle vecchie lamiere recuperate da altre costruzioni distrutte. La terza sala è tutta in paglia.

Non è certo un bello spettacolo questo villaggio per chi viene da fuori: non c’è né mensa, né pozzo e gli alloggi mancano 6 classi sono state raggruppate in 3 e gli allievi seguono gli insegnamenti in classi multigradi o raddoppiate e nell’insicurezza. Che Dio aiuti le associazioni e le ONG che lottano a favore del mio paese. Che benedica ed aiuti i donatori e i benefattori diversi che sostengono questi bambini, perché mandare un bambino a scuola resta il più grande investimento che si possa realizzare in questo paese. È il più bello dei regali che si possano riservare alla propria progenie che Dio dà senza riserva.

Invitato dal direttore e dal capo del villaggio a fare qualcosa (per la scuola), ho potuto soltanto versare lacrime di compassione. Tutto ciò che posso fare è di aiutarli a comunicare il loro disagio al mondo.




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