Accanimento scientifico

di Salvatore Caracciolo

In Inghilterra per contrastare la carenza cronica di ovuli destinati alla ricerca sulle cellule staminali embrionali l’autorità britannica di bioetica ha stabilito che le donatrici dovranno essere pagate 250 sterline (385 euro) più il rimborso delle spese di viaggio. La decisione oltre a considerare gli embrioni alla stregua di cavie da laboratorio non tiene assolutamente conto dei rischi per le donne dovuti alle iperstimolazioni ovariche e del pericolo di incentivare un mercato degli ovuli.

“L’idea di partenza che ho sviluppato con Atala era quella di guardare nel liquido aminiotico per vedere se, oltre alle cellule già differenziate usate abitualmente per la diagnosi prenatale, vi fossero anche cellule staminali isolabili e utilizzabili per crescere tessuti da usare dopo la nascita del bambino malato. Trovate le cellule, le abbiamo studiate scoprendo che si comportavano in maniera simile a quelle embrionali. Da quel momento abbiamo lavorato per dimostrare che si trattava di cellule staminali valide: un lavoro che è durato ben sette anni. […] Le cellule staminali trovate nel liquido amniotico sono diverse da quelle embrionali. Le cellule embrionali sono molto importanti, ma personalmente, per le mie convinzioni etiche e religiose, non ho intenzione di usare embrioni per fare ricerca. Rispetto gli embrioni perché gli embrioni sono vita umana.[…]Sono credente, cattolico praticante, e non ho mai considerato la mia fede un ostacolo. Tutt’altro: è stata proprio la mia fede a spingermi in questo settore. È stata la mia fede che mi ha chiesto di trovare alternative alla ricerca sulle cellule degli embrioni. La fede per me è una ricchezza, non certo un ostacolo” (Dott. Paolo De Coppi, coautore della ricerca sulle cellule staminali presenti nel liquido amniotico e nella placenta pubblicata sulla rivista scientifica Nature Biotechnology).

La formazione di una coscienza vera, perché fondata sulla verità, e retta, perché determinata a seguirne i dettami, senza contraddizioni, senza tradimenti e senza compromessi, è oggi un’impresa difficile e delicata, ma imprescindibile (Benedetto XVI).




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