E vissero felici e contenti

di don Silvio Longobardi

Così si concludevano le favole dei bambini. Oggi forse anche la storia di Biancaneve avrebbe un finale meno scontato: “Il principe la voleva molto bene. E anche lei lo ricambiava. Ma non sappiamo se rimasero insieme tutta la vita”. Con regolarità gli istituti di ricerca descrivono la realtà sociale, lo fanno con l’aridità e la forza dei numeri. A novembre un’indagine dell’Eures (Istituto di Ricerche Economiche e Sociali) ha reso noto un’indagine sulla famiglia, dal titolo molto eloquente: “Finché vita non ci separi”. Tra i molteplici dati, uno ha avuto maggiore risonanza sui media: un matrimonio su quattro si conclude con la separazione. Una notizia che non fa più notizia, tanto siamo abituati all’idea che l’amore finisce. Una notizia che subito si perde nel bailamme della piazza mediatica. Ma chi ha a cuore la famiglia l’accoglie come una nuova ferita, l’ennesima conferma di un disagio che serpeggia da tempo nella società occidentale e che anno dopo anno tende ad aggravarsi.

Far finta di nulla, mettere la testa sotto la sabbia non sarebbe logico. Né basta assumere la difesa di ufficio del matrimonio. Questa volta vogliamo raccogliere la notizia non per ripetere inutile e sterili piagnistei. Proviamo a leggere i numeri in modo diverso: tre matrimoni su quattro rimangono saldi, tre coppie su quattro accettano di stare insieme anche tutta la vita. Questa sì che è una notizia! In un tempo in cui la famiglia è abbandonata a se stessa, in una cultura che esalta l’individualismo impoverisce la relazione, la grande maggioranza degli sposi, non senza fatica, custodisce il patto nuziale. Dove sono queste famiglie?

È venuto il tempo di puntare sul positivo, oggi è più necessario che mai far conoscere gli sposi che si vogliono bene e che vivono bene assieme. Nel 2001 Giovanni Paolo II proclamò la santità di Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi. Era solo la punta dell’iceberg. Tante storie di ordinaria santità iniziano ad essere conosciute. Molte altre coppie sono avviate verso gli altari. Facciamo emergere questa santità nascosta.

Faccio un appello ai nostri lettori: fateci conoscere la vostra esperienza, parlate del vostro amore, della fatica ma anche della gioia, delle crisi ma anche degli slanci, delle sconfitte ma anche delle conquiste. Raccogliete le storie di quegli sposi che avete conosciuto, di quelli che hanno lasciato un’impronta luminosa nella vostra vita. Non vogliamo un amore da copertina, da tempo non crediamo più alle favole, ma sappiamo che si può vivere felici e contenti pur tra mille difficoltà, sappiamo che l’amore è un serbatoio inesauribile di gioia. Sento già l’obiezione di molti: non siamo abituati a parlare di noi, qualcuno potrebbe pensare che ci fa piacere metterci in mostra.  Non è così! Lo facciamo per dare un messaggio alle giovani generazioni, per dire loro che la famiglia non è solo quella dei numeri che registrano le separazioni né solo quella dei rotocalchi. Lo facciamo anche per dire a coloro che vogliono gettare la spugna che amare è una splendida avventura. Anche se costa.

Raccoglieremo le esperienze in un dossier che consegneremo al Santo Padre come un dono per il suo 80° compleanno. Sarà contento di ricevere questo libro, sarà come far entrare in Vaticano tante famiglie.




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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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