Gender

C’è chi dice sì, chi no: ma la Teoria del Gender esiste?

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di Tonino Cantelmi

C’è chi ne nega l’esistenza e chi invece l’accoglie come l’abbattimento delle frontiere sessiste. Basta polemiche! All’inarrestabile incedere della Teoria del Gender bisogna opporre strumenti educativi concreti e appropriati.

Poche ore dopo il Family Day del 20 giugno 2015, che ha visto in piazza centinaia di migliaia di famiglie no-gender, un mucchio di opinionisti “copia-incolla” hanno dato l’annuncio che la Gender Theory non esiste e non è mai esistita e che in quella affollatissima piazza erano scesi centinaia e centinaia di migliaia di “folli”. Alcuni poi hanno scritto che sì, qualcosa esiste, ma figuriamoci se nega la differenza maschio/femmina. Quella differenza invece assai negata, che in quel Family Day una Costanzo Miriano, quasi sorpresa nel doverlo fare, ha cercato di raccontare alle famiglie che manifestavano in piazza, anche loro altrettanto sorprese nel doverlo ascoltare. Peccato che la stessa Butler, nella medesima intervista, spieghi accuratamente come sia necessario polverizzare i concetti di “natura” maschile e femminile. Insomma, visto il negazionismo gender, verrebbe da dire: è tutta colpa del Papa. E sì, perché Papa Francesco, nell’udienza generale del 15 aprile ha detto: «La cultura moderna e contemporanea ha aperto nuovi spazi, nuove libertà e nuove profondità per l’arricchimento della comprensione di questa differenza. Ma ha introdotto anche molti dubbi e molto scetticismo. Mi domando, ad esempio, se la cosiddetta teoria del gender non sia anche espressione di una frustrazione e di una rassegnazione, che mira a cancellare la differenza sessuale perché non sa più confrontarsi con essa. Sì, rischiamo di fare un passo indietro». In realtà sappiamo che da circa trenta anni vari gender studies e molti teorici e accademici hanno generato una sorta di ideologia, confluita in un approccio che potremmo definire Gender Theory, nuovo totem della postmodernità. Comunque la Teoria del Gender, nonostante la sua evidente forzatura ideologica, che consiste nel sopravvalutare in modo determinante il dato culturale nella costruzione del maschile e del femminile con paradossali e grottesche negazioni della realtà, esercita tuttavia una letale fascinazione nella attuale epoca tecnoliquida, tanto da permeare l’educazione sessuale nelle scuole al di là di ogni prudenza.

Ora dobbiamo fare un salto di qualità: proporre una modalità di educazione sessuale, non tanto gender free, ma soprattutto basata sulle evidenze scientifiche e sulla realtà dei fatti. Non solo protestare, dunque, ma proporre a educatori, genitori, insegnanti e chiunque si occupi di bambini, informazioni corrette sul tema scottante dello sviluppo sessuale e psicoaffettivo dei nostri figli. Ritengo che l’applicazione acritica della ideologia del gender, nel tentativo di combattere autentiche discriminazioni, nel suo sviluppo abbia generato la più macroscopica discriminazione della nostra epoca: non lasciare liberi i bimbi, obbligandoli a negare, a volte in modo grottesco, la differenza maschile/femminile, attribuendo ogni differenza ad una costruzione sociale da abbattere.

Il Progetto Pioneer

Oggi nelle scuole italiane sta avvenendo una globale rieducazione basata sugli “Standard per l’Educazione Sessuale in Europa”, imposti dall’Europa anche all’Italia. Questo documento, esaltato dalla propaganda pro gender, è il grande, intoccabile totem, che nessuno osa criticare e che in Italia ha trovato grande accettazione da parte delle istituzioni scolastiche, influenzando il colossale progetto di ri-educazione di insegnanti e di allievi, mascherato come una iniziativa di lotta alla discriminazione. In un libro in uscita subito dopo l’estate con le Edizioni Paoline presenterò il Progetto Pioneer (http://progettopioneer.com/), una nuova proposta formativa per l’educazione sessuale, basata sui presupposti scientifici che rispettano la differenza femminile/maschile, rivolta alle famiglie, agli istituti scolastici e a tutti coloro che, a diverso titolo e con diverse responsabilità, si occupano dell’educazione e della formazione di bambini e di giovani. Si tratta di una proposta formativa che, pur accogliendo l’obiettivo di abbattere le discriminazioni sessiste, non si basa sulla Gender Theory, da me ritenuta priva di adeguati supporti scientifici e soprattutto troppo influenzata da tematiche ideologiche. Il termine “Teoria del Gender” riassume oggi una sorta di movimento politico-ideologico volto a polverizzare la dualità femminile/maschile in ogni ambito. Il Progetto Pioneer nasce in Italia dal 2015, grazie al lavoro di numerosi psicologi e psichiatri (guidati da Marco Scicchitano e sotto la supervisione mia e di Emiliano Lambiase), in risposta alle numerose richieste pervenute da parte del contesto civile e sociale. Infatti, in seguito alla pubblicazione degli Standard per l’Educazione Sessuale in Europa, promosso dall’Ufficio Regionale dell’OMS e BZgA (Federal Centre for Health Education), e alla diffusione sul territorio nazionale e internazionale di progetti scolastici sul tema, molti genitori e insegnanti hanno sentito il bisogno di chiedere ai professionisti della salute mentale e della formazione di formulare dei servizi mirati, al fine di promuovere un’educazione sessuale coerente e pertinente, dal punto di vista psico-pedagogico, con lo sviluppo cognitivo-emotivo-relazionale dei bambini e dei giovani. Gli Standard, risentono fortemente del contesto politico-ideologico e non mi sembrano rispettosi della libertà dei bambini e dei loro genitori. L’obiettivo principale del Progetto Pioneer è la promozione del benessere della “persona” a partire dall’identità sessuale e sessuata. Per raggiungere questo obiettivo è necessaria una condizione di partenza, cioè il coinvolgimento leale, rispettoso, aperto, dichiarato e consapevole di tutte le agenzie educative: famiglia, scuola e professionisti della formazione. Questo progetto fornisce in definitiva uno strumento teorico e pratico per la realizzazione di un “patto formativo” sull’educazione sessuale rispettoso della persona umana e scientificamente fondato, che coinvolge le famiglie e gli insegnanti in modo armonico ed equilibrato.




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4 risposte su “C’è chi dice sì, chi no: ma la Teoria del Gender esiste?”

L’iniziativa del progetto Pioneer mi sembra possa significare, bei principi, la linea ottimale posta sulla base del vero bene e ne vero rispetto dei più piccoli, dei bambini, ma anche sulla base del vero bene e rispetto del diritto dei genitori di educare i propri figli. In questo ambito i genitori possono porre la loro fiducia anche in chi, o in coloro, che sono deputati ad al compito educativo nelle scuole, nella società, a cui sono affidati o figli, specie i più piccoli, ma senza che questi si pongano in misura e in modo alternativo o di supplenza, se non sostitutivo, ma solo come coloro che hanno ricevuto un mandato, una delega, che mira unicamente ad insegnare quella o l’altra materia, senza mai prevaricare il ruolo educativo primario dei genitori, del padre e della madre, e rispettando in toto la dignità e l’identità dei figli, soprattutto dei bambini, senza mai forzare, in alcun modo, la loro dignità umana di bambini appunto, senza in alcun modo piegarli, forzatamente e consecutivamente, ad aspetti educativi che spetta solo e soltanto ai genitori. E li occorre anche la lotta attiva di noi adulti. Cimunque, accolgo di cuore è con entusiasmo questa iniziativa ed ogni altra che segua gli stessi principi e la stessa base. La difesa della Famiglia partendo dalla difesa della dignità e dei diritti dei bambini, a tutto tondo. Un caro ok saluto e che Dio vi benedica. Gualtiero

L’iniziativa del progetto Pioneer mi sembra possa significare, nei principi, la linea ottimale posta sulla base del vero bene e ne vero rispetto dei più piccoli, dei bambini, ma anche sulla base del vero bene e rispetto del diritto dei genitori di educare i propri figli. In questo ambito i genitori possono porre la loro fiducia anche in chi, o in coloro, che sono deputati ad al compito educativo nelle scuole, nella società, a cui sono affidati o figli, specie i più piccoli, ma senza che questi si pongano in misura e in modo alternativo o di supplenza, se non sostitutivo, ma solo come coloro che hanno ricevuto un mandato, una delega, che mira unicamente ad insegnare quella o l’altra materia, senza mai prevaricare il ruolo educativo primario dei genitori, del padre e della madre, e rispettando in toto la dignità e l’identità dei figli, soprattutto dei bambini, senza mai forzare, in alcun modo, la loro dignità umana di bambini appunto, senza in alcun modo piegarli forzatamente e coercitivamente, ad aspetti educativi che spetta solo e soltanto ai genitori. Oltre a ciò, occorre anche la lotta, pacifica, ma attiva e decisa di noi adulti. Comunque, accolgo di cuore è con entusiasmo questa iniziativa, ed ogni altra iniziativa analoga,che poggi sulla tessa base e segua gli stessi principi, come mi sembra facciano i corsi TeenStar, per la difesa della Famiglia partendo dalla difesa della dignità e dei diritti dei bambini, a tutto tondo, in particolar modo in ambito educativo scolastico. Altrimenti bambini e ragazzi diventano strumenti, vengono usati, per avvalorare, sostenere e affermare proprio questa teoria è/o ideologia gender. Volendoli togliere dal contesto familiare e toglierli dalla “protezione dei genitori (papà e mamma), perché così sono, o saranno, molto più facilmente controllabili e manipolabile, al servizio dei più biechi e perversi tornaconti. E noi, questo, lo contestiamo e lo rifiutiamo, perciò lo combatteremo. Un caro ok saluto e che Dio vi benedica. Gualtiero

riconosco la correttezza, la validità,l’urgente utilità del progetto Pioneer e del msg dell’art 3 nov. ’15
Spero e auguro che riesca efficace.

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